DAL 6 DICEMBRE 1972
Ci troviamo nella Terra dei Motori e della Tradizione Culinaria, e si sa, a Modena, una mansarda su tre ’nasconde’ sotto sé un bene unico e pregiato: l’Aceto.
Ma non tutti sono uguali e non tutti sono buoni.
E’ il 6 dicembre 1972, quando mio nonno, Gianfranco Verri, imprenditore e artigiano locale, decide di avviare, nella sua mansarda, una piccola Acetaia, andando a creare un ambiente conforme alle disposizioni di legge vigenti in materia di produzione di Aceto Balsamico, noto anche come ‘L’ Oro Nero’.
Partì con tre batterie, 1 di castagno, 1 di rovere, 1 di ciliegio, 6 botti ciascuna, fino ad arrivare, ad oggi, ad 8 batterie, per un totale di 69 botti, di cui 3 botti madre.
All’inizio il suo era solo un hobby, ma lui alla fine ne ha fatto una vera e propria passione.
Si iscrisse, quindi, al corso per diventare “Maestro Assaggiatori di Aceto Balsamico”, titolo conferito dopo 8 anni di formazione e dopo il conseguimento di altri 3 diplomi, “Aspirante Allievo Assaggiatore” , “Allievo Assaggiatore” e “Assaggiatore”.
Nel 2021 mio nonno decide di regalarmi l’Acetaia e affidarmi la sua gestione…
Mi presento: mi chiamo Filippo, ho 27 anni e sono più giovane dell’Aceto a cui mio nonno ha dato Vita.
Sin da piccolo lo seguivo nelle sue passioni, le quali oggi, alcune di esse coltivo pure io, come l’Aceto.
Non ho ricordo di quando fu la mia prima esperienza nell’ Acetaia di famiglia, e ciò mi fa pensare che sia abbastanza remoto.
Iniziai anche io a frequentare i corsi per conseguire il mio primo diploma, continuando comunque, a seguire e collaborare con mio nonno, apprendendo le tecniche migliori, che solo una persona con tale esperienza può dare.
Al conseguimento dell’Eccellenza all’ultimo Palio annuale, matura in me l’idea che questo prodotto, unico nel suo genere vada oltre il valore che ha in se, prettamente culinario, ma che forse riesca a davvero esprimere qualcosa di quantitativo che prima d’ora non lo era: il tempo e la sua importanza.
Decido, quindi, di creare una visione attorno a qualcosa di così prezioso da non poterla rendere conforme a tutti gli altri, andando a valorizzarla per ciò che davvero è, o meglio chi.
Da qui nasce l’idea di Aceto B, l’aceto dagli aromi più che basamici prodotto secondo la tradizione di Modena, con tendenze anticonformiste: ha un nome, vanta i suoi anni e con lui nasce una nuova visione di un prodotto, fino a prima considerato solo come un alimentare, con connotazioni uniche e originali.
Il nostro intento è quello di lanciare sul mercato, ogni anno, al compimento degli anni dell’Aceto, un’ edizione unica e differente ogni volta, permettendo all’acquirente di poter collezionare, nel senso vero e proprio della parola, capsule differenti.
E’ per questo che i volumi di aceto prodotti sono tali da assicurare ogni anno l’ estrazione di un prodotto di cui è garantito l’invecchiamento, ma in quantità limitate per salvaguardarne la qualità.
Anticonformismo, esclusività, unicità, qualità, design, cultura, storia, interesse per l’ambiente e valorizzazione del tempo, sono le fondamenta che sorreggono questa nuova visione di Aceto, rendendola, di conseguenza, ricercata da una nicchia di persone.(le quali per la prima volta, possono dire di aver comprato il tempo).
L’esclusività protegge l’integrità e i capisaldi di qualità .
LE NOSTRE BATTERIE
ROVERE-CASTAGNO 50 ANNI
La Vecchia è una delle prime tre batterie della Acetaia, avviata nel 1972
E’ composta da 6 botti, alternate di rovere e castagno.
Il primo barile, il più piccolo e più vecchio, è antichissimo: è giunto a noi ( vuoto e ben conservato ) grazie al mio trisavolo.
L’ Aceto conservato all’interno è caratterizzato da un colore bruno scuro, denso e sciroppato al punto giusto, con profumo fragrante, il quale ben armonizza per il palato l’acidità e la parte zuccherina in lui contenuto, non lasciando prevalere, quindi, uno sull’altro.
Ricavato dalla cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP, si caratterizza per un aroma lievemente ferroso, il che non è un difetto, ma frutto della permanenza all’interno di una botte plurisecolare.
Un aceto ottimo per chi il ama gusto dell’Invecchiamento.
(Acidità: 6,8 / Densità: 67,5 / 286 punti al Palio di Spilamberto, voto OTTIMO)
ROVERE-CILIEGIO 50 ANNI
La seconda batteria, LA DOLCE , anche lei depositata nel 76 e composta sempre da 6 barili, si alterna tra legni di rovere e ciliegio.
Quest’ultimo conferisce un gusto fruttato, dolciastro, all’Aceto, correlato da una densità leggermente maggiore rispetto a “La Vecchia”
Ricavato dalla cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP, si caratterizza per un aroma tendente al dolce e morbido al palato.
L’olfatto, però, riesce lo stesso a riscontrare l’acidità contenuta.
Se il tuo palato è affine ad alimenti dolci, morbidi e vellutati ma allo stesso tempo corposi, allora scegli lui!
(Acidità: 7,8 / Densità: 69,7/ 296 punti al Palio di Spilamberto, voto OTTIMO)
ROVERE 50 ANNI
Prima di partire dalla descrizione della Batteria, vorrei soffermarmi sul significato di Humami: fino a qualche anno fa, gli studi identificavano in dolce, salato, amaro e acido i quattro gusti primari, ma di recente, è stato introdotto un ulteriore gusto, l’Humami.
In origine, il professor Ikeda isolò il composto chimico responsabile, il glutammato di sodio.
Tipicamente questa molecola si trova per esempio nella carne quando è cotta, o nei formaggi quando sono stagionati. E, per quanto vago possa sembrare, l'Humami si trova in tutti quei cibi che "sanno di buono". Il termine giapponese, infatti, significa proprio "dal sapore squisito”.
Ricavato dalla cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP, si particolarizza per un aroma davvero squisito.
Questa batteria, composta da 9 barili di solo rovere, rispecchia al massimo tutti i canoni dell’ Aceto Balsamico: di colore bruno scuro, ma al quanto lucente e limpido, ha una densità corretta e scorrevole sciropposità.
Il sapore dolce e agro, amalgama e armonizza acidità e zuccheri, è vivo, franco, di estrema pienezza e franchezza.
(Acidità: 7,59 / Densità: 70,2 / 300 punti al Palio di Spilamberto, voto ECCELLENTE)
ROVERE-LEGNI MISTI 50 ANNI
La caratteristica è la quarta batteria installata, composta da anche lei 9 barili, di rovere e castagno.
Il nome le è stato dato in quanto, chiunque abbia degustato il prodotto al suo interno, non sia mai riuscito a dare una chiara ed esaustiva definizione di ciò che stava assaggiando, se non definendolo come caratteristico.
Anch’essa ricavata dalla cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP, sta aspettando anche il tuo parere per una sua definizione.
(Acidità: 6,5 / Densità: 64 / 302,1 punti al Palio di Spilamberto, voto ECELLENTE)
ROVERE-TIGLIO 47 ANNI
La quinta batteria è stata installata nel 1978.
E’ composta da 6 botti di rovere, eccetto la seconda in tiglio.
Questo legno, tipico delle zone nostre come tutti gli altri tipi di legno, conferisce all’aceto un aroma silvestre, simile boschereccio.
Inevitabile descrivere anche qui il processo di cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP.
Sei un amante delle passeggiate nel bosco alla ricerca di profumi e sensazioni che sono il bosco può darti? Questo aceto fa per te!
(Acidità: 6,8 / Densità: 67, 287 punti al Palio, voto OTTIMO)
ROVERE 29 E 27 ANNI
Le nipoti sono le ultime due batterie installate: praticamente gemelle, di 24 e 26 anni ciascuna, sono state avviate in concomitanza con la nascita mia e di mio fratello: da qui i nomi L (Lorenzo) e F (Filippo).
In totale sono 14 botticelle di volume costante e di stesso legno, rovere.
Inevitabile descrivere anche qui il processo di cottura a fuoco diretto, lento e a cielo aperto di uve di Trebbiano certificate DOP.
La costanza volumetrica facilita l’addensamento in tutte le botticelle e di conseguenza la formazione di parte zuccherina.
(Ancora non portate a fare valutare)
IL PROCESSO PRODUTTIVO
ACQUISTO DEL MOSTO
La prima fase del processo di produzione dell’Aceto Balsamico è l’acquisto del mosto. Ogni anno compriamo solo Mosto di uva bianca di Trebbiano di Spagna, certificato DOP per la produzione di Aceto Balsamico.La ricerca del miglior mosto influisce molto su tutti i processi successivi, per questo attendiamo le ultime raccolte, in quanto i grappoli d’uva maturano più percentuale zuccherina al loro interno (almeno 18 gradi Babo)
LA COTTURA
Il mosto crudo viene posto nel calderone in acciaio inox a cielo aperto ad una temperatura costante di 90 gradi centigradi per circa un giorno.L’innalzamento delle temperature agisce sulle sostanze solide in sospensione nel mosto, le quali tendono a dilatarsi ed a perdere peso e salgono verso la superficie sotto forma di schiuma. Ecco che avvengono le trasformazioni fisiche: con l’evaporazione, dove gran parte dell’acqua contenuta nel mosto si disperde in vapore acqueo, si incrementa la percentuale di zucchero e quindi anche la densità.
FERMENTAZIONE ALCOLICA E ACETICA
Una volta che il mosto è stato cotto e posto in un tino di acciaio inox avviene spontaneamente la fermentazione alcolica, la quale si realizza ad opera di microrganismi unicellulari anaerobi, chiamati lieviti. Essi, in assenza di ossigeno, trasformano una parte dello zucchero in alcol etilico. È un processo che deve avvenire tutte le volte che si utilizza un mosto nuovo per i rincalzi ed è favorito da temperature comprese tra i 20 ed i 30 gradi centigradi: queste temperature favoriscono il formarsi di profumi e sapori molto pregiati; ad altre temperature possono avvenire fermentazioni tumultuose, con scarsi profumi e sentori amari.Lo sviluppo di anidride carbonica in superficie evita il formarsi di muffe.Al termine della fermentazione alcolica riscontreremo nel nostro aceto ben 12 acidi di natura organica (acido tartarico, malico, citrico, succinico, lattico, butirrico, gluconico, glutammico, ascorbico, acetico, propinico e formico) la cui somma dà l’acidità totale.La fermentazione acetica, o acetificazione, è provocata da microrganismi unicellulari chiamati acetobatteri: gli acetobacter e gluconacetobacter trasformano l’alcol in acido acetico; i gluconobacter trasformano il glucosio in acido gluconico. Questo passaggio è forse il più importante dell’intero processo di produzione del Balsamico.
LA MATURAZIONE
La maturazione è una fase di lunga durata, il cui completo sviluppo richiede almeno 10-12 anni; è al termino di questa fase che cominciano a comparire, anche se un po slegate fra loro, le caratteristiche tipiche di un buon Balsamico, ovvero densità, colori, profumi, acidità e sapori.
L'INVECCHIAMENTO
In questa fase, attraverso una serie di complesse trasformazioni, si compie il “miracolo” del Balsamico. L’attività enzimatica si spegne gradualmente per lasciare posto a sole attività chimico-fisiche e ossidativi: è solo nel corso di questa fase che si raggiungono le caratteristiche lungamente ricercate e attese, uniche al mondo.È un procedimento che richiede almeno 25 anni.